TRA CIELO E TERRA. SCULTURE ALL'APERTO

13 LUGLIO 2012 - 14 OTTOBRE 2012 - ASCONA

MANIFESTO Ascona-small

Una collettiva en plein air allestita sulla sponda ticinese del Lago Maggiore, un’esposizione che diventa sotto il nostro sguardo indagatore un possibile racconto, una narrazione in nuce capace di coinvolgere, in modo attivo oppure indiretto, visitatori turisti e abitanti di Ascona.

Perché queste sculture, che si riverberano come miraggi nelle acque luccicanti del Verbano, instaurano nell’insieme e l’una con l’altra un legame singolare, costituito da parole taciute o urlate a squarciagola e sospese nell’aria in tenui sussurri; di espressioni fugaci, ammiccanti o sprezzantemente rivolte altrove; di voci inascoltate nonostante i richiami sovrapposti.

Vapori stratificati e mormorii di una persistenza inaudita: così leggenda vuole che il sole mattutino estraesse suoni e lamenti ovattati dalla pietra dei colossi egiziani di Memnone, altrimenti muti. Relazioni poetiche con personaggi predisposti per un potenziale racconto appunto, che ognuno di noi può imbastire quasi fossero delle tessere intercambiabili di un puzzle, grazie a uno spirito affabulatorio tanto personale quanto ispirato dalla presenza, liricamente discreta non certo prosaica e invadente, di questi bronzi che sembrano muoversi, vibrare vigorosi e volonterosi. Accondiscendenti, malgrado la nostra renitenza umana. Tenaci e leggeri, mai vuoti né pesanti. Che ti afferrano carezzandoti e conducendoti per mano in un mondo altro, dove tu sei protagonista insieme a loro.

Tale è l’essenza prodotta dal primo impatto con la mostra open air collocata qui ad Ascona.

Città di lago, adagiata sulla collina del Monte Verità, luogo d’incanti per molti: da Hermann Hesse agli esponenti di punta del Blaue Reiter e a quell’antesignana colonia di naturisti in costume adamitico che ritrovò lungo le sue pendici l’Eden perduto. Ascona è anche patria dell’ineffabile Giovanni Seròdine, pittore gigante, dal tratto a volte più caravaggesco di Caravaggio, scomparso a Roma nel terzo decennio del 1600 all’età di trent’anni circa. Una collettiva lieve e materica che sarebbe di sicuro piaciuta a Piero Chiara, altro indimenticabile uomo di lago dallo sguardo persuasivo, abituato a osservare le nuvole e ad ascoltare il silenzio delle parole non pronunciate né sparse al vento con tediosa superficialità o con la peggiore indifferenza.

Ma questa collettiva segna pure un sintetico punto d’incontro tra alcuni autori italiani – compreso elettivamente Park Eun-Sun, coreano di nascita residente però da decenni a Pietrasanta, cittadina della Versilia a cui deve la propria formazione plastica – presenti con opere realizzate nell’ultimo Novecento e nella prima decade (o poco più) del nuovo millennio. Si tratta di una “summa” contenuta e ragionata delle suggestioni che hanno influenzato e continuano a influenzare gli scultori attratti dal contatto personale con la materia – sia essa bronzo, legno, pietra – piuttosto che dall’uso professionale di altri mezzi espressivi oggi tanto di moda, succedanei oppure virtuali rispetto ai materiali sopra elencati, ritenuti da qualcuno più tradizionali, affaticanti e meno asettici (si sa che la moda non perdura affatto: essa è soltanto un accento paradigmatico e curvilineo del processo statistico e in quanto tale destinata a variare nel tempo e col tempo). Una rassegna concepita in maniera aperta, ossia un ponte storico gettato sui lineamenti di una figurazione tipica mediterranea e un’astrazione d’impianto europeo, instaurando un parallelo fondamentale tra generazioni differenti – stilisticamente e cronologicamente – di artisti.

Predisponendo inoltre un fil rouge di collegamento per scultori della qualità di Augusto Perez (Messina 1929 - Napoli 2000), Floriano Bodini (Gemonio 1933 - Milano 2005), già allievo di Francesco Messina (Linguaglossa 1900 - Milano 1995), ed esponenti della generazione di mezzo del secondo Novecento, come per esempio Giuseppe Maraniello e Riccardo Cordero, fino alle leve degli anni ’60 rappresentate da Paolo Delle Monache.

E non ci sorprende, dunque, il dialogo che di volta in volta si può comporre – a discrezione ovviamente dei riguardanti – fra la fuga trattenuta verso elementi astratti del Volo di colombe di Bodini e la rielaborata classicità etrusca de Le Alpi di Paolo Borghi. O ancora l’amalgama strutturale, ferroso-siderale di Cordero; il corpo essenziale, invaso da assenze tangibili di Delle Monache; la ricettività umana della scultura di Patrizia Guerresi; l’ermetico magistero, il genio faustiano e alchemico raffigurato ne Il Diavolo di Maraniello; la dinamica fluidità della Lady Macbeth di Messina; la bicromia geometrica dei marmi di Park Eun-Sun e il sibillino magmatico Kronos di Perez. Monologhi, cori di voci caotiche e silenzi assordanti percepibili solo su queste sponde del Verbano, dove si dispiega per noi il racconto composito della scultura italiana dell’ultimo Novecento.

Luigi Marsiglia

 

TRA CIELO E TERRA. SCULTURE ALL'APERTO

Inaugurazione: Venerdì, 10 agosto 2012 ore 18.00  - Ascona piazzale Elvezia
Le opere saranno visibili dal 13 luglio al 14 ottobre