Park Eun Sun - La Fragilità del Tempo
14 LUGLIO 2012 - 12 AGOSTO 2012 - VILLA BERTELLI, FORTE DEI MARMI
Park Eun-Sun seduce lo sguardo di chi contempla le sue sculture avvalendosi di una perfezione armonica insidiata dagli inganni del tempo: l’incrinatura dell’ordine costringe infatti lo spirito a fare i conti con le sorprese dell’esistenza.
Dunque per lui anche il tempo è fragile nonostante la consistenza creativa dei vent’anni trascorsi in Italia di cui questa mostra è la celebrazione e la collocazione di un ulteriore tassello da sospendere nel divenire articolato delle cose, delle sue cose, dei suoi moduli che manifestano l’evidenza concreta di un pensiero che coniuga la radicata memoria della nativa Corea ai suggerimenti acquisiti dalla frequentazione dell’arte occidentale.
Un connubio di rigore e di armonia insidiato dal seme inquietante della precarietà e della possibile frantumazione che interroga quotidianamente la vita e fa trattenere il respiro. Come trovarsi sulla soglia oscura di una porta e tentare il passo successivo cercando di interpretare l’ansia del futuro.
Le opere proposte nell’attuale circostanza espositiva manifestano in tutta la loro traumatica evidenza particolari stati d’animo che ci appartengono.
A partire da Accrescimento colonna infinita II del 2010 in granito rosso e nero che non solo si ricollega idealmente alla corrispondente scultura brancusiana ma ribadisce il personale significato di ansia non pacificabile perché legata al procedimento stesso dell’invenzione. La stabilità dell’intera struttura è insidiata non solo dall’apparente provvisorietà dei blocchi sovrapposti ma da una fragilità interiore evidenziata dall’inquietante ferita che la incide verticalmente secondo un disegno di variabile rodimento e di angosciante consunzione.
Collegamento tra cubi e sfere, concepito nel medesimo anno in granito verde e nero, pone in atto quell’inequivocabile contrasto geometrico che si diceva e che secondo Park Eun-Sun sintetizza il rapporto/legame tra il carezzevole, onirico involucro dell’infanzia e la dura intransigenza dell’età adulta documentata da alcune rigide prese di posizione. Appare dunque evidente come l’astrazione consenta all’artista di indagare e di sottolineare i sentimenti della gente attraverso una rappresentazione allegorica, didatticamente essenziale.
Parimenti Condivisione, un marmo bianco e grigio del 2011, disegna sulla struttura inclinata di una muta lapide la fuga ascensionale e progressiva di piccoli tondi in sgranato accumulo la cui tensione è assecondata da una calligrafica linea curva, ovvero da una sottile fessura d’improvvisa inquietudine, a rimarcare il senso di perenne provvisorietà insito in tutti questi lavori.
E la serie intitolata Condivisione prosegue la sua indagine sia spaziale che introspettiva attraverso ulteriori capitoli dove il rigoroso impianto geometrico che interpreta il ruolo ora di lapide ora di porta o di finestra accoglie la volatilità dei tondi ( a significare i sogni giovanili ovvero un messaggio continuo e bene augurante di vitale speranza ) in attesa di essere messi alla prova dal futuro che si dipana oltre la cornice e che indica il primo agguato nell’incrinatura pronta a insidiare l’agognato percorso.
Tale procedimento creativo sembra la proiezione idealmente bidimensionale ( anche se in taluni casi uno sviluppo tridimensionale viene ottenuto dalla proliferazione dei tondi in una accelerata e progressiva espansione spaziale ) della sequenza intitolata Connessione II del 2004 dove sono le sfere bicolori, in questo caso, a fornire corpo e sostanza alla loro collocazione su un basamento deliberatamente risolto nell’ambito del grezzo che assume la funzione di rottura ( è proprio il caso di dirlo ) ovvero di transito.
Quando invece queste sfere si sdoppiano e si intrecciano nella loro spinta proliferativa verso l’alto sembrano rammentare la doppia elica del DNA: succede a Duplicazione continua del 2007. Tutto è dunque possibile nella lettura delle sue prove : il rimando a un tracciato genetico come alla rincorsa di una costellazione celeste. A scandire sempre il tempo nel movimento dei moduli, nella reiterata trasmissione degli impulsi germinativi, nel contatto e nel contrasto ottico/tattile delle sostanze atte a costruire un’aspirazione esistenziale in fuga da se stessa, dalla corrosione del tempo, implacabile misura di quell’occulta insicurezza che in fondo aiuta a crescere i sogni ( i rotondi sogni delle origini ) nutrendoli della consapevolezza di un’insita fragilità. Anche in questo senso fiorisce e si consuma felicemente con lui il connubio tra Oriente e Occidente, tra il significato filosofico dei gesti ( dei segni ) e la loro plastica rappresentazione.
Noi siamo fragili e il tempo che ci accompagna si avvale della stessa insondabile incompiutezza, della stessa poetica vulnerabilità. Ce lo dimostrano e ce lo ricordano le sculture di Park Eun-Sun da accogliere nello sguardo e nel cuore come l’estremo lembo di un respiro universale, come l’ostensione consolatrice dell’umana avventura.
Luciano Caprile
PARK EUN SUN - LA FRAGILITÀ DEL TEMPO
Mostra Personale a cura di Enrico Mattei.
VILLA BERTELLI
Via Giuseppe Mazzini, 200
55042 Forte dei Marmi LU, Italia
La mostra è aperta al pubblico dal 14 luglio al 12 agosto 2012 tutti i giorni dalle 17 alle 23.
tel. 0584 280292